Al lettore che si appresta a leggere le pagine che seguono, si
chiede innanzitutto
Al lettore che si appresta a leggere le pagine di Roberto Borghesi, si
chiede innanzitutto di dimenticare quello che ha imparato finora
sulle favole: se egli crede infatti che esse siano scritte per
i bambini; se pensa che vi si trovino, accuratamente separati e
schierati, i buoni ed i cattivi; se attende di trovarvi, alla fine,
una morale, sotto forma di sentenza chiara e netta: ebbene, egli
non ha ancora attraversato il cammino segnato da questi dieci
componimenti.(...) In tutti i componimenti il protagonista
è un interrogativo di natura filosofica attorno al quale girano
e si rincorrono uomini inventati, animali parlanti, personaggi
della letteratura, metafore attinte direttamente dalla storia del
pensiero, esperienze “banali”: si ha talvolta l’impressione di
perdersi nel bel mezzo di una staffetta in cui ciò che “passa”
di mano in mano è il tentativo di dare una risposta. Tentativo
che, puntualmente, non è soddisfatto, bensì riformulato sotto
altri travestimenti, altre maschere, altri indovinelli in rima. (...)
Costanza Tabacco