S.P.L.O.T. è un romanzo per ragazzi dedicato alle tante parole che raccontiamo ad un telefono certi che dall’altra parte, da un altro telefono, escano così come le abbiamo pronunciate, ricche del loro senso compiuto, raggiungendo l’orecchio che le attende.

Cosa accade, tuttavia, quando non sentiamo bene? Quando la linea sembra interrompersi? Quando il segnale cade? Telefoniamo di nuovo, ovviamente. Ma a quelle parole già pronunciate, proprio a loro, cosa succede? Quanti se lo sono chiesto?

Tutto ciò racconta S.P.L.O.T., ovvero il viaggio di una parola “Casa” ritrovatasi all’improvviso sperduta in una centralina telefonica. Parola di una frase interrotta da un calo di corrente o chissà cos’altro. Parola con un alto senso civico disposta a rinunciare a tutto pur di ritrovare la sua frase, il suo orecchio, il suo significato più profondo. E a tanto dovrà rinunciare e tanto scoprirà “Casa” nel suo lungo viaggio in terra e in etere: l’amicizia, prima di tutto, l’amore, infine, la dedizione, il coraggio ma, soprattutto, l’aberrazione di un sistema chiamato “S.P.L.O.T. Sindacato delle Parole Libere dell’Ordine Telefonico” nato per sovvertire l’ormai consolidato ordine gerarchico delle parole all’interno delle frasi, guidato da un verbo dal nome forte: Potere.

S.P.L.O.T. racconta il linguaggio, in modo ironico, ma anche la necessità della ricerca di senso che permea il nostro raccontarci, il parlare di ciascuno di noi. Racconta il valore dell’unicità e mette in guardia contro un’errata lettura della “libertà”, del sovvertimento delle regole. Incita alla ricerca e, nello stesso tempo, svela il lato nascosto di qualsiasi idea totalitaria.