La poesia di Pietro Nigro, nella sua profonda ricerca di pensiero e nella sua forza immaginativa, si può definire una poesia costantemente al limite. Tutto quello che viene detto e immaginato, nello spazio di un linguaggio che si riflette sulle origini me
La poesia di Pietro Nigro, nella sua profonda ricerca di pensiero e nella sua forza immaginativa, si può definire una poesia costantemente al limite. Tutto quello che viene detto e immaginato, nello spazio di un linguaggio che si riflette sulle origini mentali di se stesso, è portato all'estremo confine della conoscenza, come ci indica espressamente il poeta nel proemio di questa raccolta. In tal modo l'effetto di trovarci di fronte a una rara testimonianza delle estreme capacità evocative che può avere una scrittura poetica, è davvero travolgente, mentre ci fa assistere a quello che viene indicato come "un volo nel turbine, nelle profondità della mente, / cosmo che non disperde le memorie del prima e del poi / suprema voce che sorvola i tempi di un'eterna espansione"(Sulla terrazza). E viene adoperata, perciò, giustamente, e fin dal titolo, la metafora di una astronave per indicare la direzione ultima e indefinita di una tale esplorazione cosmica o trasmigrazione, spinta ai margini più lontani, ossia più profondi e irraggiungibili della mente, configurati come squarciati orizzonti o, avuto riguardo alla poesia, come "estrema ricerca dell'eterna parola". Possiamo aggiungere che questo "oscuro viaggio" nell'anima avviene attraverso non solo le "impercettibili sensazioni / che emana l'esistenza", ma secondo un "primordiale ricordo" nel profondo della coscienza e del tempo.(...)
Neuro Bonifazi