I capitoli di questo breve romanzo – indicati con numeri in lettere, dunque un invito alla sequenza in forma di parola, quasi a dare l’intonazione di un’atmosfera avulsa da legami con le inconfutabili esattezze matematiche e aperta invece alle nuances imp
I capitoli di questo breve romanzo di Angiolina Oliveti – indicati con numeri in lettere, dunque un invito alla sequenza in forma di parola, quasi a dare l’intonazione di un’atmosfera avulsa da legami con le inconfutabili esattezze matematiche e aperta invece alle nuances imprevedibili dell’animo – sono le scansioni dense e insieme lievi, incisive e al tempo stesso morbidamente modulate, di un narrare che subito, già con la precisa collocazione geografica, afferma di voler procedere su quella pressoché invisibile linea di demarcazione – ammesso davvero esista – posta a dividere la realtà soggettiva dalla realtà oggettiva, mettendo però in discussione proprio questo termine: oggettiva.
Rodolfo Tommasi