Libro-cine-tele-radio-rete-social-caos. Vortici di attenzioni disparate e disperse. E pertanto molti sono stati i debiti che questo libro ha contratto con una folla, autori, coautori, registi, sceneggiatori, attori, teste operanti, pensanti e malpensanti. In un romanzo di Dickens saremmo già in carcere. Non un’antologia, ma un lessico di citazioni. Le più varie, autorevoli, strane, strampalate. Come è curioso il mondo. Cazzeggi e massimi sistemi - côté Bouvard e Pécuchet - potrebbe essere una dizione equa a descrivere questo gran piatto misto in cui sono cucinati, dall’alto e dal basso, gli argomenti e i personaggi più diversamente assortiti. Anche i mari da cui abbiamo pescato oscillano tra le profondità oceaniche, o le piatte distese lacustri della chiacchiera e del vaniloquio. Così come ad alimentarlo sono stati volumi da biblioteca, o i pezzulli drammatici e risibili delle cronache. Una auscultazione continua del circostante, giornali, giornaletti, echi catodici da quattro soldi, sublimità e trash, mille voci dalla Terra e dall’etere. Ispirato, stilisticamente, a un modo peculiare di plasmare le frasi, tipico dei media contemporanei. Ci siamo sporti sui burroni, e abbiamo cercato di non caderci; vicini, vicinissimi alla distruttività (il Male), abbiamo cercato di restarne indenni. La morte è protagonista. Passando gli anni, ce ne andiamo impratichendo, come quegli aspiranti piloti che, prima del volo, si addestrano alla simulazione. Vi si parla del Diavolo, e con meticoloso rispetto, convinti che sia il principe di questo mondo. Visto il campionario di atrocità, odio, risentimenti, guerre, ma anche famiglie sterminate per noia, banalizzate storie di delitti, che il tecnicismo di una psicologia senz’anima iscrive ridicolmente a malesseri socio-pedagogici, chi altri, se non Lui? Tuttavia al mainstream caotico si tenta di mettere ordine, selettivo e titolato, in 12 capitoli, che segnano un percorso, dalle belle lettere - al loro tramonto (letteratura, mito in scadenza) - alle storie di uomini grandi e infimi, al radicalismo di una filosofia femminista che ribalta i canoni del pensare maschile (Sputare su Hegel), fino a qualche ricordo personale, verso le destinazioni ultime. Scende la neve, nella pagina finale, della novella joyciana The Death. Su tutti, sui vivi e sui morti. E ci confortano le eterne lacrime di Cioran.