Prendendo a prestito la formula di Montale, faccio prima e meglio a dire che cosa non è questo mio lavoro. Non è un manuale didattico: non ne vedo il bisogno e credo ci siano persone eventualmente più qualificate di me per un’opera del genere. Non è un libro di narrativa: ci sono dei racconti all’interno, ma non c’è assolutamente una storia vera e propria. Non è un libro di saggistica: molti capitoli servono più a porsi degli interrogativi piuttosto che a avallare o meno una certa teoria. E allora di che cosa si tratta? Non so dirlo con certezza. Posso soltanto dire che mentre insegnavo o giocavo una partita, infinite volte ho pensato quanto somigliasse il tennis alla vita. E siccome la Vita (lo ha detto Čechov) è l’unica nostra vera attività, quello di cui ogni scrittore dovrebbe scrivere, ho deciso di parlare della Vita. E l’ho fatto parlando di tennis.