“La Teoria del Mostro” – il terzo volume dell’autore sull’estetica – ci spiega come la separazione della bellezza da ogni attività lavorativa umana sia la fonte di ogni male sulla terra. Il lavoro moderno è diventato solo fare utili, mentre l’arte, che dovrebbe essere l’espressione della bellezza della verità, è diventata solo bella, privata di ogni contenuto di verità. In questo contesto, al posto della potenza ordinatrice della bellezza, viene utilizzata la paura, ad esempio un mostro. L’uomo moderno non tende ad accordarsi con la bellezza del Principio, ma tende a fuggire dal mostro per la paura. L’autore compie una carrellata su tutti i mostri della storia dell’umanità: da Frankenstein al Vampiro, fino al più universale Satana. Tutti i mostri si caratterizzano per la loro mancanza di uniformità con la Bellezza della Natura, intesa come principio unico e ordine cosmico. Il sovvertimento della Bellezza della Natura, simbolicamente la caduta dell’angelo dal Regno Celeste, è fatto soprattutto di materialismo e narcisismo, le malattie della modernità e nella sua unica e degenerata forma di pensiero, il razionalismo della scienza moderna. Il vero mostro, regista occulto di questa sovversione, si nasconde dietro le quinte, nell’ombra.