Vuol parlare sottovoce Maria Teresa Coppola, in una silloge poetica che si impone già con una ben precisa fisionomia. E ci meraviglia che sia soltanto la prima silloge dell’autrice, tanto da farci immaginare che la frequentazione della scrittura poetica sia in realtà di lunga data, che le poesie siano rimaste magari a lungo nel cassetto e ci sia poi stata finalmente la decisione di portarle allo scoperto, ancora con molta cautela: sottovoce, appunto.
La poetessa ci regala una silloge raffinata, che ha toni delicati e lievi, come le parole che sanno cogliere i moti più impercettibili dell’anima con rispetto e discrezione (...)
Cristiana Vettori