Il “processo del secolo” lo chiama la propaganda del Fascio. L’eccidio di Modena del 26 settembre 1921 resta una ferita aperta, che avrebbe sanguinato a lungo. Il giudizio pende sulle teste di diciannove agenti di polizia accusati di aver sparato su una folla di manifestanti fascisti. Tra i principali imputati c’è il commissario a capo del servizio d’ordine: Guido Cammeo, figlio del rabbino di Modena, guida di una comunità già nelle mire di facinorosi antisemiti. È un processo anomalo, viziato da congreghe segrete di camicie nere intransigenti che tramano contro Cammeo addossandogli ogni colpa, per screditare il ministero dell’interno e il governo Bonomi, spianando così la strada ai fascisti per la conquista del potere. L’agente Lamberti si offre di indagare in incognito per provare l’innocenza di Cammeo. Un uomo dal passato torbido e oscuro sembra essere la chiave di volta di un nuovo affaire Dreyfus. Il commissario rischia l’ergastolo e la vita stessa in una cascata di eventi ro-camboleschi. Anche intorno alla solitudine sua e della sua famiglia, vittima delle leggi razziali e ormai dispersa nelle fatalità della guerra, si giocheranno le partite laceranti di un Paese sull’orlo della catastrofe.