Per comprendere questa nuova raccolta di poesie di Cinzia Della Ciana non si può non partire dal titolo
OSTINATO
Suite in versi
Per comprendere questa nuova raccolta di poesie di Cinzia Della Ciana non si può non partire dal titolo che l’autrice ha scelto: “Ostinato”. Una parola che nella sua evoluzione ha trasceso l’origine etimologica, sì che da “star fermo saldamente” il termine oggi suole indicare chi persiste con tenacia in un proposito, in un convincimento.
Ma, da vera ostinata qual è, l’autrice non si accontenta di questo primo approdo e al titolo “Ostinato” aggiunge un sottotitolo “Suite in versi”. Il che rimanda alla sfera musicale, rendendo scoperto il gioco dell’ambivalenza lessicale tanto amato dai poeti che frequentano volentieri la ricerca di segni non univoci. Il termine ostinato in musica indica un motivo che, solitamente apparendo nel basso, viene ripetuto ad oltranza e resta invariato nell’altezza e nel ritmo: una sorta di staticità continua che “eppur si muove” e che consente lo stacco alla melodia.
Si svela così il significato “oltre” che Della Ciana intende perseguire: le parole come note che si combinano e si trascinano secondo suoni, accenti e ritmi all’insegna del canone che essa stessa ha coniato per la sua poetica, ovvero “del suonar colle parole”.
Con “Ostinato” si realizza una vera e propria “suite” articolata in sei movimenti che riportano il nome di precise danze - quali sarabanda, aria, passacaglia, corrente, pavane (oltre alla preghiera finale dello Stabat) - ciascuna delle quali accoglie liriche che presentano una medesima tonalità e affini andamenti. Insomma più che una silloge una partitura con tanto di agogica destinata ad essere eseguita dallo stesso lettore.