Augurando al lettore una piacevole e coinvolgente fruizione di queste pagine, devo tuttavia avvertirlo: Mauro Stoppioni non è un poeta così semplice, dalla scrittura piana e liscia, come può sembrare ad un primo o comunque superficiale contatto. Lontano –Augurando al lettore una piacevole e coinvolgente fruizione di queste pagine, devo tuttavia avvertirlo: Mauro Stoppioni non è un poeta così semplice, dalla scrittura piana e liscia, come può sembrare ad un primo o comunque superficiale contatto. Lontano – è vero – da ogni forma di intellettualismo speculativo, da ogni possibile inserimento in una corrente o scuola, insofferente a qualsivoglia regola metrica come al desiderio di sfiorare i confini di una comunicazione vòlta ai baluginamenti di un ‘oltre’, questo poeta non esita, però, a immergere la propria scrittura in una temperie letteraria particolare, intrigante e scissa da stilemi precostituiti, per cui la parola, pure limpida e smaltata, non di rado affiora dalla fluttuazione di registri allusivi che sembrano richiedere due sostegni: in primo luogo, uno spirito ricettivo capace di inquadrare l’enunciato anche nei contesti di un’intonazione popolare (non massiva, ben inteso), e, in seconda istanza – sarebbe molto interessante constatarne poi i risultati –, il supporto di una musica che ne dilatasse le suggestioni.(...)
Rodolfo Tommasi