Non inganni il titolo di questa affascinante e copiosa raccolta di poesie: il filo indica solo apparentemente la fragilità di un discorso lirico che è, invece, forte, ben costruito testo su testo, e sia pure filo su filo, ma col telaio prezioso di una immNon inganni il titolo di questa affascinante e copiosa raccolta di poesie: il filo indica solo apparentemente la fragilità di un discorso lirico che è, invece, forte, ben costruito testo su testo, e sia pure filo su filo, ma col telaio prezioso di una immaginazione che intesse una solida tela di parole. Ed è una tela ricca di invenzioni, provocatoria e decisa, anche se spesso turbata e inquieta e forse ambigua e scavata in profondità ignote. Il filo poetico è come quello del ragno (così afferma la stessa autrice), che è sottile e sembra fragile, ed è invece resistente ai soffi del vento (della vita…), evita la caduta delle parole, le lega e le intreccia a ricercare e ad esprimere l’ “arcano, il non senso, i dubbi”; e se un soffio maligno apre degli strappi nella tessitura, il ragno della poesia ricomincia instancabile a filare la sua tela. Al di sotto della metafora c’è, dunque, una precisa presa di posizione in funzione di una teoria poetica, una definizione del tutto particolare, applicabile alla sua scrittura.
Neuro Bonifazi