Perché raccontare in un libro una delle esperienze più devastanti
della mia famiglia?
UN UOMO BUONO (Mio padre malato di Alzheimer) di Vincenzo Giarritiello
Perché raccontare in un libro una delle esperienze più devastanti
della mia famiglia? Probabilmente per esorcizzarla! Ripercorrere
con la mente, passo dopo passo, quegli interminabili anni in cui,
insieme a mia sorella e mia madre, assistetti papà ammalato di
Alzheimer mi è servito a purificare la mente e, soprattutto, l’anima
dalle scorie del dolore lasciate da quegli eventi.
Non è stato facile decidere cosa raccontare e cosa omettere. A lungo,
come se mi trovassi nella sala di montaggio di un film seduto
davanti alla moviola, ho ripercorso con la memoria quegli attimi per
scegliere quali frame mantenere e quali tagliare.
Gli episodi narrati sono tutti veri a testimonianza che spesso, sia
nel bene che nel male, la realtà supera di gran lunga la fantasia. Per
motivi di privacy ho modificato i nomi di alcuni protagonisti, così
come mi sono tenuto volutamente sul vago per quanto riguarda i
luoghi. Per il resto non vi è nulla, episodio o frase, che sia inventato.
La crudezza della narrazione non poteva essere addolcita: questo
romanzo non è solo un omaggio a papà, ma la cronaca dettagliata
di un dramma familiare.