Firenze, estate, primi anni Settanta: due ragazzini, Aiace e sua cugina Francesca, vagano nella campagna assolata ai margini della città in cerca di piccoli animali da catturare e osservare da vicino. In uno dei loro giri avviene un incontro importante per il ragazzo, che sperimenterà un significativo rito di passaggio dalla condizione infantile alla soglia dell’età adulta.
Il romanzo, opera prima di Massimo Avuri, descrive con sensibilità e delicatezza le emozioni, i pensieri, le dinamiche relazionali della prima adolescenza, un’età ricca di misteri e segreti in cui si cercano nuovi maestri e punti di riferimento al di fuori dell’àmbito familiare.
Ma non è soltanto questo il pregio dell’opera: essa si connota anche per un suggestivo livello simbolico in grado di rendere avvincente e originale il testo, senza mai appesantirlo. Un periodare leggero e scorrevole, e una lingua che, in sintonia con l’ambientazione, attinge all’uso fiorentino, stupiscono e incantano il lettore.

 RECENSIONI

http://www.libertaearte.com/lo-stagno-romanzo-di-massimo-avuri/

https://scaffaledilibroterapia.it/2016/06/09/individuarsi-sulla-riva-di-uno-stagno/