(...) Il mazzo di rose, ogni giorno inviato alla donna che costituisce il centro della ricerca, costantemente rifiutato e distrutto, può ricondurci ad una soluzione impensabile, ad una diretta e consapevole testimonianza di amore e morte. Allora, qui si a
(...) Il mazzo di rose, ogni giorno inviato alla donna che costituisce il centro della ricerca, costantemente rifiutato e distrutto, può ricondurci ad una soluzione impensabile, ad una diretta e consapevole testimonianza di amore e morte. Allora, qui si apre una parte diversa, quasi isolabile nel contesto del libro, fino a trasformare un normale racconto “giallo” in una sorta di dramma esistenziale che le rose distrutte ogni giorno sottolineano. Che poi, il diverbio amoroso, che sta alla base del delitto, giunge ad incombere definitivamente nel quadro di una storia fatta di semplici eventi, prodotto di una memoria che non si cancella. Da questo punto di vista mi sembra che il libro di Angiolina Oliveti abbia trovato una particolare configurazione che ne fa un esempio abbastanza raro di mescolanza equilibrato tra fantasia e realtà.
Giorgio Luti