La città delle nuvole di Irene Grazzini è un romanzo di intreccio tutto giocato sul rincorrersi di avventure e colpi di scena, nello scenario di un mondo fantastico-fiabesco in cui hanno libera circolazione draghi e ippogrifi, elfi e gnomi, segnato dalla
La città delle nuvole di Irene Grazzini è un romanzo di intreccio tutto giocato sul rincorrersi di avventure e colpi di scena, nello scenario di un mondo fantastico-fiabesco in cui hanno libera circolazione draghi e ippogrifi, elfi e gnomi, segnato dalla presenza della magia, equamente attiva sia nel campo del bene che in quello del male, e continuamente contrapposta all’inflessibile e glaciale radicalità della razionalità e dell’ordine. Vi mancano del tutto -e pour cause- coordinate temporali che ci consentano di collocarne le vicende in un prima o in un dopo rispetto alla nostra contemporaneità: senza alcuno degli elementi costitutivi del moderno (né tecnologia, né elettrificazione, né armi da fuoco, ecc.) quel mondo sembra in realtà regredito in una anteriorità primordiale, o improvvisamente trasferito in una posteriorità estrema, che ha i connotati dell’antico insondabile e fabuloso. Realtà archetipica, distribuita su mondi differenti e lontani, tra loro impenetrabili, se non per misteriose porte di accesso disponibili solo per alcuni, che pare piuttosto il risultato di una parcellizzazione dell’unità, dopo che gli elementi originari -acqua, terra, aria e fuoco- si sono separati. Mondi distinti, dunque, ma tenuti insieme dalla feroce lotta per il potere e la conquista e sottoposti ad una rigida gerarchia piramidale che tutto tende a governare e sottomettere.