Sabrina Prioli, aquilana, è una sociologa e una coach professionista. Per oltre venti anni si è occupata della Pianificazione Monitoraggio e Valutazione (PM&E) di progetti di cooperazione internazionale. Ha lavorato, in Sud America e in Africa, a stretto contatto con le comunità indigene, con donne vittime di violenza sessuale in contesti di guerra e con ex bambini e bambine soldato.
Nel 2011, sola, ha dato vita a una fondazione dedicata alla conservazione della cultura e della tradizione delle popolazioni indigene della Guajira in Colombia, al fine di rafforzare l’identità e il ruolo sociale delle donne.
La fondazione è ancora attiva ed è gestita dalle stesse donne delle comunità indigene.
Nel 2016, in missione di lavoro per i progetti umanitari USAID in Sud Sudan, è stata vittima di violenza sessuale multipla e di tortura da parte dei soldati governativi. Nel 2017, senza nessun aiuto dallo Stato italiano, è stata l’unica vittima a tornare in Sud Sudan per testimoniare in corte marziale di fronte ai suoi aguzzini. Nonostante il dolore, nonostante lo stigma, e nonostante il silenzio delle istituzioni, dal 2016 non ha smesso di lottare per la giustizia e la riparazione, per sé e per tutte le altre, denunciando ciò che ha subito e che subisce per impedire che lo stesso accada a un’altra donna.
Vincitrice del premio nella sezione narrativa con il libro “Il viaggio della fenice” per “Il Paese delle Donne 2021” “International Women’s House”.
Nel 2021 riceve il “Premio donna 2021” - Antonio Padovani Onlus.
Nel 2022 riceve il “Premio Solidarietà” - Premio Nazionale Pratola 2022.
Nel 2023 per la sezione narrativa inedita “Sorgente di Aganippe” il libro “Non finisce mai: stupro dopo stupro” riceve il primo “Premio Intercontinentale di Arte Letteraria Le Nove Muse”.