Piero S. Costa nasce a Torino nel 1940. Ex insegnante di
Storia e Filosofia, risiede a None (To). Con le Edizioni
Cultura e Società (Torino) ha pubblicato i volumi Autoterapia
(1996) e, nella scabra lingua piemontese, Arcòrd
d’ën tèmp dësblà (1999); E, ‘n sla fin, soma ‘n cros (2002);
nel 2003, con Alzani Editore (Pinerolo) ha dato alle stampe
Diario d’Azalais; l’anno successivo le Edizioni Helicon
hanno cominciato a seguire e pubblicare le successive
opere di Costa, da Levò Rudels, d’amor, eterno canto,
nel 2005, a Rinnovansi lune e Nel sovvenìrmi voci nel
2010, passando attraverso la rivisitazione del poemetto
cavalleresco (L’orma “tuttor” d’un cavalier crociato,
2005) e delle varie istanze circa il rapporto tra classicità
e modernità, sempre peculiarmente proposte dal poeta
(Piccolo cabotaggio, 2005; Dialogo con l’elusiva scrittura
e Transiti d’esistenti, 2006; Scetticheggiando vado, 2007;
Umana dissolvenza, 2008; A naufragar si va, 2009; E pur
violenza siamo, 2010; Verso mi son in balbutir senz’eco;
Di noi ceneri falò e Clown che siàm mistificatór del vero,
2011; Poco dico del tanto mal che siamo; Ascolto dolorar
l’umano tempo, 2012; Isola fui e resto; Excursus d’un vìllico
scrivano, A ridosso del traguardo, 2013 e nel 2014 Da Costa a Costa).